In questa guida per l’appunto mostruosa, parleremo di mailing list, email marketing, newsletter, dei migliori plugin e delle piattaforme più utili, ma anche di lead generation, di funneling e di tutto ciò che serve per avere un pubblico dedicato e far funzionare il proprio copywriting per guadagnare traffico e soldi!
Sei pronto???
Ogni tanto bisogna cimentarsi in imprese titaniche, non credi? Questa guida sull’email marketing me la chiedono in molti da anni, ma allora perché la comincio scrivere solo oggi, nel 2018? Ci sono due motivi principali: il primo riguarda la mia natura (non essere malizioso), mentre il secondo dipende da fattori tecnici. Sembra più complesso di ciò che è in realtà.
Il primo motivo per cui non ho ancora mai scritto una guida colossale sulla mailing list e sulla creazione di una newsletter dipende dalla natura umana, che riguarda anche me. Parlo della pigrizia. Eh già, siamo pigri per natura. Ma non basta dire questo. Il modo migliore per cominciare una guida abnorme come questa è iniziare dalla pigrizia; sono troppo pigro per cominciare dal succo del discorso!
No, in realtà ogni guida dovrebbe cominciare da un discorso sulla pigrizia , e ora capirai perché. Prima di addentrarci nei meandri più specifici della questione mailing list e newsletter, dobbiamo affrontare il suo primo e più grande problema. E per farlo il modo migliore è lo storytelling.
Correva l’anno 1997 e volevo a tutti i costi uscire con una ragazzina della mia città. Bionda, top alla Spice Girl e zeppe Fornarina. Era uno schianto e non pensavo ad altro che a lei. Ma non sapevo come avvicinarla. Non era una mia amica, non era nella mia classe e nessuno dei miei amici la conosceva direttamente. Dovevo a tutti i costi trovare un escamotage per conoscerla!
Decisi che il momento giusto sarebbe stato quello della mia festa di compleanno. Ai tempi non ero portato, né preparato per un approccio tête-à-tête diretto ed esplicito. Mi serviva un pretesto. Quale pretesto migliore della mia festa di compleanno? Stavo organizzando la festa migliore di sempre. Tutti se la sarebbero ricordata per anni.
Avevo deciso di affittare uno spazio feste enorme in periferia. Tramite amici di amici di amici ero riuscito a spuntare un’ottima cifra: 50 mila lire. Il mio budget per la festa era di 200 mila lire in tutto. Un nonnulla, ma abbastanza per far divertire un centinaio di vortici ormonali puzzanti racchiusi nei corpi di adolescenti alla moda. Ero riuscito a comprare all’ingrosso 25 maxi pacchi di patatine, 25 casse di bibite e 25 di birra. Un mio caro amico si era offerto di fare il dj con il suo impianto e decine di mamme avevano preparato delle torte. Non mancava nulla?
Sì, mancava tutto! Mancavano gli invitati e mancava soprattutto lei: Francesca. Come potevo fare in modo di farla arrivare alla mia festa? Ero disperato. Nessuno dei miei amici diretti la conosceva. La soluzione me la consegnò su un piatto d’argento il mio professore di matematica. Un giorno ci parlò di un esperimento psicologico condotto negli anni ’60 da un certo Stanley Milgram; si trattava del famosissimo studio che decretò la fama mondiale dell’espressione “sei gradi di separazione”.
L’amico dell’amico dell’amico: Cosa c’è dietro la psicologia delle relazioni
Si tratta di un’ipotesi presa in prestito dall’idea di uno scrittore ungherese, secondo cui ognuno di noi è collegato ad una qualunque altra persona attraverso una catena di relazioni con circa 6 intermediari. Il prof. Neri ci disse: “se volete parlare al telefono con Clinton, vi basterà chiedere il suo numero a un amico. Non uno qualsiasi, ma quello che secondo voi ha più probabilità di avere un legame con il presidente. Il vostro amico dovrà fare lo stesso, e così faranno in tutto 6 persone. Il sesto vi consegnerà il numero di telefono del presidente degli Stati Uniti d’America. Si tratta di una teoria statistica, non di una cavolata!”
Rimasi a bocca aperta: mi ero appena innamorato della psicologia. Ma quell’amore era alimentato dalla mia infatuazione per Francesca: se il professore aveva ragione, allora per invitare Francesca alla mia festa mi bastava seguire la teoria dei sei gradi di separazione! Wow, decisi di fare anche di più. Stilai una lista dei possibili conoscenti di qualche amico o amica della bellissima Francesca.
Avevo 2 candidati perfetti. A ognuno di loro chiesi di trovare due persone che avrebbero potuto conoscere Francesca. Avevo preparato un SMS da inoltrare ad almeno due persone nella rubrica. Chiunque si fosse rivelato utile sarebbe stato invitato alla mia festa! Stavo utilizzando moltissime tecniche psicologiche inconsapevolmente che oggi rappresentano armi utilissime nel marketing giornaliero!
Il gioco diventò virale , prima tra i miei amici, poi in tutta la scuola, e infine in tutta la città; mi sentivo il Padre eterno! In pochi giorni ricevetti decine e decine di messaggi, telefonate e feci amicizia con moltissimi ragazzi che dicevano di conoscere Francesca. Ero felicissimo: il giorno del mio compleanno avevo ben 8 numeri di telefono diversi di ragazze bionde dal nome Francesca.
Alla festa si presentarono oltre 120 persone: un successone! Ben 11 Francesca diverse vennero a chiedermi se fossero la ragazza che cercavo, ma niente. Poi, a metà della festa, arrivò lei : bellissima, sorridente, e non puzzava nemmeno (sì ad una certa età gli adolescenti puzzano e non se ne accorgono. Io però ho sempre avuto un olfatto molto sensibile quindi questa cosa mi ha sempre infastidito. Quando la prof dice: “C’è aria viziata, apriamo le finestre!”. In realtà c’è una puzza di sedicenne che non si respira!!!).
Ma torniamo a noi…
Si presentò e mi chiese se ero io il festeggiato. Era divertita dal giochetto e dalla caccia al tesoro telefonica e mi ringraziava tanto.
“Sono un po’ imbarazzata e non sapevo se venire, ma alla fine ho convinto i miei. C’è solo un piccolo problema: il mio fidanzato non è molto contento di questa storia.”
Mi caddero le pa… le braccia. Il suo ragazzo era Mirko, maggiorenne, teppista e noto spacciatore della zona. Me la cavai dicendo alla mia amata:
“Ah, ma tranquilla, non sapevo come dirtelo, ma… non sei tu la Francesca che cercavo… resta pure alla festa se vuoi comunque!” – e feci il sorriso finto più amaro dei miei primi 15 anni.
Morale della favola?
Dovevamo parlare di pigrizia, il primo e più grande problema quando si tratta di creare una mailing list o una newsletter. Allora, cosa c’entrano i 6 gradi di separazione e questa triste storia dal finale amaro?
Quella volta ho imparato un bel po’ di cose. Avevo un obiettivo e mi son dato da fare per raggiungerlo. Ero motivato e pieno d’entusiasmo. Son riuscito a conoscere Francesca e a organizzare una festa colossale. E anche se la ragazza di cui ero innamorato non era disponibile, era stato un successone. Alla fine mi consolai pomiciando con 3 diverse Francesche per tutta la sera!
Mailing list e Vita Reale
Capire le affinità vuol dire successo
Quando si parla di mailing list, è lo stesso. Per questo ho voluto cominciare con questa storiella. Il marketing non è molto diverso dalla vita reale : se vuoi far funzionare il tuo business, devi intraprenderlo con lo stesso entusiasmo e la stessa motivazione che ci mettevi nel conquistare le ragazzine a 15 anni. Ecco il perché della mia storiella.
In assoluto, il primo problema da affrontare nella creazione di una mailing list è la pigrizia : siamo tutti stesi sul divano massaggiante della nostra comfort zone e non abbiamo voglia di muoverci. Ma creare una mailing list, una newsletter e una lead generation con o senza funnel è uno dei modi migliori in assoluto per far lievitare il proprio business come una pagnotta fresca.
Tutto ciò che devi fare è fissare un obiettivo (conoscere Francesca), selezionare il pubblico di riferimento (gli amici che la potevano conoscere), contattarli (mandargli un SMS) e godere dei risultati (non una, ma 3 Francesca!).
Pronto?
Cos’è una mailing list e perché devi averne una
Prima lezione del primo giorno di scuola di marketing: cos’è la mailing list e qual è la differenza tra una mailing list e una newsletter?
Facciamola breve: la mailing list, come suggerisce il nome stesso, è una lista di indirizzi email. La newsletter è la mail che viene inoltrata a tutta la lista dei contatti. Quindi, la mailing list è la lista e la newsletter è quello che scrivi tu.
Su questo non ci piove.
Detto ciò, dobbiamo specificare perché bisogna avere una mailing list e come si fa a crearne una. Procediamo con ordine. Come nel caso della mia storiella avvincente, avere una lista dei contatti mi serviva a raggiungere il mio scopo: limonare con Francesca. Non la conoscevo, non sapevo nulla di lei, tranne qualche dettaglio. Sapevo solo che, secondo la teoria dei sei gradi di separazione, solo una manciata di amicizie mi separava da lei.
Nel marketing è uguale: il tuo scopo non è quello di limonare i tuoi clienti, almeno spero. Tu vuoi raggiungerli, vuoi vendergli qualcosa, oppure ottenere i loro dati, la loro firma, una loro risposta. Secondo la teoria dei sei gradi di separazione, applicata al marketing, solo una manciata di relazioni ti separa dal tuo obiettivo finale: la vendita.
Quando parliamo di newsletter da inviare a una mailing list, oppure di direct email marketing, della creazione di una lead generation per attrarre visitatori e convertirli in clienti, dobbiamo ragionare allo stesso modo. Solo una manciata di relazioni ci separa dalla vendita. Questo concetto riguarda il secondo problema fondamentale nella creazione di una mailing list , e ha comunque a che fare con la pigrizia, portandoci dritti verso la risposta alla domanda “perché creare una mailing list?”.
Quando parliamo di sei gradi di separazione, dobbiamo fare attenzione alla matematica. 6 non è uguale a 1. Sembra una banalità, ma la maggior parte delle persone si illude per pigrizia mentale che basti una sola relazione prima di ottenere il successo, in qualsiasi ambito. Basta un tentativo con una ragazza per conquistarla? Sbagliato. Basta mettere in vendita un oggetto decente per guadagnare? Sbagliato. Basta contattare un possibile cliente una sola volta per indurlo a comprare? Sbagliato.
Sei non è uguale a uno. In nessun ambito. Se vuoi diventare un medico, non ti basterà un anno di studi. Prova intanto con 5 o 6… Siamo animali pigri: quando abbiamo la pancia abbastanza piena da riuscire a sopravvivere, la nostra motivazione muore. È una caratteristica evolutiva, tipica di qualsiasi animale. E siamo proprio delle bestie quando crediamo che basti una sola mail per vendere, o che basti fare una paginetta online con un bottone “compra” per cominciare a guadagnare.
Sconfiggere la pigrizia e creare una mailing list è il primo passo verso il successo. Il secondo è quello di vincere la pigrizia mentale e smettere di pensare che sei sia uguale a uno. Ci vuole zelo, costanza, motivazione. Ci vogliono “due palle (di Natale) così!”. Bisogna insistere, combattere per emergere in un mare pieno di pesciolini come noi, ma abitato anche da grandi squali e pescherecci che potrebbero in un colpo solo farci fuori.
Perché creare una mailing list? Beh, perché è l’unico modo che abbiamo per contattare le nostre prede migliori. Una mailing list è come la lista degli amici che potevano conoscere Francesca. La mailing list ci permette di selezionare il nostro pubblico e avere una platea piena di persone interessate a noi, al nostro prodotto.
Se cerchi di vendere sex toys in una casa di riposo per anziani, al massimo guadagnerai i soldini per un gelato. Per vendere quel genere di prodotti devi piazzarti davanti a un pubblico dedicato , fatto di persone interessate. Non curiose, non mediamente interessate, ma solo i “fissati”! Devi raggiungere solo i patiti del tuo prodotto, gli ossessivi, i collezionisti, gli amatori.
Tutti cominciano come dei pesci piccoli nell’oceano, ma se vuoi crescere e diventare un bel pescione, dovrai nutrirti sin dall’inizio con gli alimenti più calorici , quelli che ti fanno crescere in fretta. Non puoi perdere tempo dietro alle verdurine al vapore, ti servono bistecche alla fiorentina a colazione, maialini interi a pranzo e manzi ripieni di tacchini, ripieni a loro volta di quaglie a cena. Ho reso l’idea?
La mailing list è indispensabile per non sprecare energie e rivolgerti solo al ristrettissimo pubblico di appassionati. Vuoi vendere modellini di navi? Il ragazzino che ne comprerà uno solo per noia non è un buon target. L’ingegnere in pensione che ne costruisce 3 al mese e rinuncia pure alle partite della Roma per finire i suoi velieri è la tua preda. Crea una lista di un centinaio di fissati come lui e potrai ingrassare il tuo business con rapidità. Solo così potrai espanderti, crescere e raggiungere anche nuovi clienti.
Guardati intorno: ci sono anziani con l’iPhone che si sparano selfie e li pubblicano sui loro profili Instagram. Steve Jobs ha visto molto lontano quando ha creato un telefono costoso e pieno di funzioni in anni in cui non tutti avevano ancora il cellulare classico e non sapevano ancora accendere un pc. Prima si è rivolto ai patiti di tecnologia, poi, col tempo, è arrivato a vendere i suoi smartphone ai bambini come agli anziani.
Ok, lo so che hai capito quanto sia prezioso creare una mailing list. E so anche che ti starai chiedendo come diavolo si possa fare, se si comincia da zero. Come si crea una mailing list dal nulla?
Mailing list: Come si crea
La chiamano anche lista di distribuzione: è la mailing list , la lista dei contatti email di tutti i possibili interessati al tuo servizio o prodotto. Ma come puoi crearne una da zero? Non siamo più nel 1997, e non puoi attingere solo alla tua lista di contatti sul telefono. Ma i primissimi indirizzi saranno per forza quelli che hai già, a patto che tu ne abbia.
Mettiamo il caso che tu voglia vendere sti benedetti modellini di navi. Se è la tua passione, conoscerai almeno 5 o 10 persone con la stessa fissa. Parti da loro, ma non fermarti. Chiedi a ognuno dei tuoi amici di modellismo di invitare alla tua mailing list tutti i loro conoscenti e amici interessati. Entra in ogni club, in ogni circolo, in ogni gruppo di appassionati, in ogni associazione, forum, e invita le persone a lasciarti il loro indirizzo email per aggiungerli alla tua lista di distribuzione.
Ma lo faranno? No. Otterrai un tasso di risposta del 2% , se ti va davvero bene. Possiamo arrivare ad un misero 0,001% nella maggior parte dei casi. Ciò vuol dire che, se contatti 100 persone, al massimo 2 si iscriveranno alla tua mailing list. Perché?
Mi pare ovvio:
- Chi cacchio sei?
- Cosa diavolo vuoi da me?
- Non ti do il mio indirizzo neanche a morire.
Insomma: non ti conoscono , non sanno perché vuoi il loro indirizzo e cosa offri loro, e infine, tu cosa dai loro in cambio? Il mondo funziona così, fattene una ragione!
D’altronde è tutto molto semplice. Quando chiedevo di conoscere Francesca, lo avevo chiesto ad amici che mi conoscevano di persona, e ognuno di loro lo chiedeva ad amici stretti. A loro chiedevo un favore, ma promettevo un invito alla festa più grande della loro vita.
Ma suvvia, una mailing list seria non si crea soltanto chiedendo qua e là. Bisogna spingersi un po’ di più nel cuore del digital marketing. E per questo ci sono qui io!
Ecco i modi migliori per creare una mailing list.
P.S. Prima di decidere quale sia il modo migliore per creare una mailing list, dobbiamo fare una precisazione. Ci sono due modi principali: ricorrere a un plugin per WordPress o a una piattaforma dedicata? Sì, insomma, non si tratta di invitare i tuoi amici al tuo Bar Mitzvah su Gmail, ma di vendere un servizio o un prodotto. Non puoi affidarti a San Aranzulla o a Wikihow in questo caso!
Creare una lista di indirizzi email passo dopo passo
- Abbi un blog , mi raccomando! Non si fa davvero nulla senza un blog, senza un sito e senza offrire informazioni ai tuoi clienti. Alla fine di ogni post, alla fine o a metà della tua homepage dovrai inserire un box per l’iscrizione alla newsletter.
- Prova (ma con moltissima cautela) ad utilizzare un popup con un modulo di optin, ovvero una finestra che si apre per chiedere l’iscrizione alla mailing list in cambio di qualcosa. Inseriscilo solo quando l’utente sta per uscire dal tuo sito.
A proposito, ti invito a leggere il mio articolo su Popup e Squeeze page: come usarli al meglio. - Offri qualcosa in cambio , è indispensabile! Ricette, metodi, video, pdf, file di ogni tipo, informazioni utilissime, barzellette, trucchi e consigli. A nessuno interessa ricevere offerte banali di email marketing, informazioni noiose e contenuti fatti male. Dovrai attirare l’attenzione dei tuoi clienti e cercare di coinvolgerli il più possibile. Test, quiz, opinioni e domande possono aiutare moltissimo. Usali!
- Scrivi ottimi contenuti. Se non sai come fare, leggiti questo mio articolo sulle strategie di copywriting!
- Crea una landing page o una squeeze page per il tuo prodotto di punta e inserisci un modulo di iscrizione alla tua mailing list. Leggi questo post su come migliorare la tua squeeze page!
Ok, ok, ma come si inserisce un box per l’iscrizione alla mailing list e come si gestiscono i contatti? Come si generano delle newsletter interessanti e come si possono programmare, analizzare e automatizzare? Arriva il turno dei migliori strumenti per creare una mailing list. Non te ne propongo 100, e nemmeno 5. Uno per ogni categoria, quelli che uso io e che giudico i migliori.
Plugin vs Piattaforma online
Come si crea una mailing list? Un metodo facile, economico e veloce è l’utilizzo di un plugin per WordPress. Ma ne vale la pena? Beh, siamo qui per scoprirlo!
Plugin per creare una lista di email
Ci sono, ovviamente, decine di plugin per gestire la newsletter e la mailing list su WordPress.
Ma qual è il migliore?
Mailchimp ha creato un plugin ad hoc per offrire i servizi di gestione delle email direttamente dal proprio profilo Wp. È un’ottima cosa, dirai. Mailchimp è sicuramente una delle piattaforme più famose, ma come funziona il plugin?
Arrivo dritto al sodo: si tratta di un buonissimo strumento per gestire la newsletter, che riflette pregi e difetti della piattaforma online. Mailchimp non è uno strumento professionale, ma un servizio che punta tutto sulla facilità d’uso. Non costa molto, è intuitivo, semplice ed efficace. Allora è il migliore?
No: siamo qui per parlare di digital marketing o di passatempi a fin di bene? Se il tuo scopo è vendere , vivere di ciò che ti occupi, allora non scegliere uno strumento amatoriale. I pescatori non pescano con i retini che trovi in cartoleria a Rimini e i medici non operano con il set di coltelli della Lidl. “A ogni professione il suo attrezzo” – mi disse un giorno Rocco Siffredi.
Ti sei convinto dell’utilità di una mailing list a cui inviare le tue newsletter. Ok. Ma quanto sei disposto a investire? Gli investimenti sono fatti di soldi, sì, ma anche di tempo e impegno. I plugin possono andare bene per cominciare a giocherellare con il proprio blog, ma non permettono un totale controllo delle funzioni e hanno molte limitazioni, per non parlare dei crash dovuti ad altri plugin incompatibili e limitazioni di invio email dati dal tuo server hosting. (Leggi quale piano hosting scegliere).
Il miglior plugin di email marketing per gestire la newsletter e la mailing list è senz’ombra di dubbio Mailster, al quale basta collegare il proprio server per la gestione delle email per farlo funzionare alla grande. Quali sono i pregi del plugin per mailing list?
- È integrato con WordPress.
- Facile da usare.
- Costa poco.
- Offre statistiche, dati e analisi delle campagne.
- È mobile-ready.
- È compatibile con altri plugin e servizi come Woocommerce, Mandrill…
E quali sono i difetti di Mailster (e quindi di tutti i plugin per la gestione delle newsletter):
- La personalizzazione è limitata.
- La segmentazione e suddivisione dei gruppi e della mailing list è limitata.
- Tutti i plugin hanno un limite di invio email; quello di Mailster è di 34 email alla volta e 10.000 in 24 ore.
- Tutti i plugin hanno il limite di compatibilità con altri plugin. Difficile dire con precisione quali plugin cozzano con Mailster, anche perché tutto dipende dagli aggiornamenti e dal numero di plugin installati.
- I plugin spesso vanno incontro al problema più grande: il tuo dominio potrebbe essere bannato incontrovertibilmente se i provider ti vedono come spam.
Questi difetti sono enormi. Ok, i plugin sono comodi e veloci, facili, economici e sbarazzini. Ma appesantiscono il tuo sito, possono essere incompatibili tra di loro e creare casini difficili da gestire. L’equilibrio tra i vari plugin e i loro aggiornamenti è delicatissimo e non vale la pena rischiare quando si tratta di un blog o un sito che utilizzi per il tuo business, qualsiasi esso sia.
Tutti i plugin, compreso Mailster, hanno molti difetti, e i principali possono essere visti come limiti insormontabili in caso di uso professionale. Ok, vanno bene per gestire un piccolo blog personale, ma non per un sito aziendale, non se ci vuoi guadagnare qualcosa. Non puoi avere un limite di invio email, non puoi rischiare che il tuo dominio venga segnalato come spam e non ti puoi permettere malfunzionamenti del sito o rallentamenti dovuti a problemi tecnici del plugin.
Se il tuo sito non funziona, anche solo per poche ore, rischi di perdere migliaia di utenti, migliaia di clienti. Se il sito è lento, appesantito dai plugin , offrirai una pessima esperienza di navigazione. E ciò si tradurrà in un nulla di fatto negli affari.
Allora è chiaro che non ci si può affidare ad un semplice plugin. Come possiamo fare per gestire al meglio la mailing list e inviare le nostre newsletter? Il miglior strumento in assoluto sono le piattaforme online dedicate.
Piattaforme online di email marketing
Il miglior strumento per gestire la mailing list
Qual è la miglior piattaforma online per la gestione delle mailing list e della tua newsletter? Prima di giungere al verdetto, voglio farti capire quanto sia importante puntare tutto su questo tipo di strumento. La mailing list è la tua risorsa più preziosa. Avrai già visto quanto puoi arrivare a spendere con campagne pubblicitarie su Facebook e su Google Adwords. Migliaia e migliaia di euro al giorno, avendoli.
Uno dei punti forti di queste pubblicità, a detta loro, è la targetizzazione. Se scegli di mostrare i tuoi annunci di cover per l’iPhone a un pubblico di sfegatati di Android, cosa ci puoi ottenere? Nulla, ovviamente. E per questo motivo Facebook ti consiglia di scegliere un pubblico adeguato. Scegli le parole chiave, gli interessi delle persone che vuoi raggiungere, il sesso, l’età e la lingua.
Ok, ma così facendo lascerai fuori un sacco di persone e includerai centinaia di falsi positivi. Quanti sono i profili fake tra quelli che hai selezionato? E quanti sono i “secondi profili” di alcune persone? Quanta gente naviga su Facebook accendendo il cervello solo in modalità provvisoria, giusto per cazzeggiare? Quanti di questi hanno inserito alcuni interessi distrattamente, casualmente o per sbaglio? Quanti sono davvero interessati a quello che viene loro mostrato? E quanti invece non hanno mai inserito nulla e non vengono compresi nella targetizzazione?
Valanghe di possibili clienti paganti.
La mailing list è tutt’un’altra cosa. La mailing list è uno strumento geniale. Hai l’indirizzo email di persone vere, che hanno scelto spontaneamente di aderire alla tua proposta. Ok, non tutti leggeranno le email ogni giorno, e ok, non tutti sono davvero interessati al 100%. Alcuni ti cestineranno o ti segnaleranno come spam. Ma circa il 15%-30% degli utenti della tua mailing list è composto da utenti caldissimi, iperinteressati, ipercoinvolti, ipermotivati e ipervogliosi di sentire quello che hai da dire loro.
La mailing list è uno strumento che puoi gestire come vuoi tu , suddividendo in gruppi diversi gli utenti a seconda del loro comportamento. Puoi inviare automaticamente delle email appena si iscrivono, appena comprano qualcosa, oppure quando ti chiedono un consiglio. Puoi creare un sistema di funneling , ovvero una serie di email che li guida verso una soluzione finale: comprare il tuo prodotto o servizio.
Puoi eliminare o aggiungere utenti manualmente, loro possono disiscriversi in qualsiasi momento e tu puoi chiedergli perché. Insomma, dalla mailing list puoi imparare un sacco di informazioni utili sui tuoi clienti , puoi chiedere loro opinioni, testimonianze, puoi inviargli sondaggi, quiz, offerte e consigli. È un po’ come avere sempre a portata di mano un teatro pieno di persone a cui interessa il tuo lavoro. Devi solo entrare in scena e vendere.
Ma tutti questi vantaggi si annullano se scegli di installare un plugin. Sono sincero; ne ho provati molti, e per ovvi motivi tecnici, nessuno ti offre un utilizzo professionale. È impossibile: i plugin sono come i fari led aftermarket che trovi nei negozi per accessori e ricambi d’auto. Sono carini, ma non renderanno mai la Multipla un’auto affascinante. Devi comprarti una bella coupé con i fari led di serie per far un colpo grosso.
Muori dalla voglia di sapere quale sia la piattaforma migliore per le mailing list? Sarò sadico. Prima di tutto voglio chiarire la differenza tra una piattaforma indipendente e un server per l’invio delle mail. Le piattaforme online indipendenti sono servizi che integrano tutto: dal server agli strumenti pratici per creare il tuo marketing via email. I server per l’invio delle mail sono degli add-on che vanno pagati a parte rispetto alle piattaforme che non mettono a disposizione un loro server dedicato.
Mailchimp è il caso più evidente. Si tratta di una piattaforma che non mette a disposizione un’ email API (application programming interface), ovvero una casella di posta professionale completamente personalizzabile e analizzabile. Per intenderci, se ti iscrivi a Mailchimp con la tua email Yahoo o Google, non potrai tenere sotto controllo un sacco di dati e dettagli. Le statistiche delle tue email saranno ignote, i template delle mail saranno poco modificabili e non potrai accedere alla versione php del messaggio.
Per questo motivo Mailchimp offriva gratuitamente Mandrill, che è diventato a pagamento da poco. Mandrill è un’email API, un mail delivery service che puoi agganciare al servizio a pagamento di Mailchimp. Ok, il tutto renderà il tuo strumento più professionale, ma ci sono dei pro e dei contro.
I due strumenti, una volta integrati, sono facili da usare e molto intuitivi. Non costano moltissimo e sono compatibili con molti plugin. Ma i limiti di questo sistema sono evidenti.
Innazitutto si tratta di una piattaforma ibrida, ovvero di un servizio che si attacca ad un altro. Sono ben integrati, ma Mandrill è in pratica uno strumento che non consente di scegliere molte opzioni di tracciamento.
Ecco i principali difetti di Mailchimp e Mandrill utilizzati insieme per l’email marketing:
- Manca una funzione per la lead segmentation (non si possono raggruppare i contatti come si desidera)
- Non è disponibile l’SMS marketing
- Non si può personalizzare il contenuto web
- Non sono disponibili analisi predittive
- Non si possono creare fatture
- Non si possono creare quotes
- Manca uno strumento per lo split testing delle email
- Non si può fare del social media posting di massa
- Non esiste un’app per smartphone
- Non offre notifiche istantanee di vendita
- Non esiste un social CRM per la gestione dei clienti
Arriviamo sul podio: la piattaforma migliore, che utilizzo io stesso dopo anni di prove e ricerche è Convertkit. Si tratta di una piattaforma completamente indipendente che integra tutte le funzioni professionali di cui potresti aver bisogno. Puoi personalizzare le tue mail, i template e creare automatizzazioni e newsletter di successo.
Convertkit
Il miglior servizio di email marketing professionale
Quando si tratta di fare marketing in maniera professionale, non si possono usare strumenti amatoriali. Uno chef non cucinerebbe mai con la Nouvelle Cuisine della Grazioli, il famoso giocattolo anni ’80, così come Picasso non avrebbe mai dipinto con i pennarelli Jumbo. Allora perché tu dovresti utilizzare strumenti gratuiti e poco efficaci per il tuo business?
È vero, puoi risparmiare un sacco di soldi utilizzando plugin gratuiti, piattaforme online e cose di questo genere, ma otterresti davvero il risultato desiderato? No, te lo dico io. E poi dovremmo discutere sul fatto del risparmio. Si risparmia davvero affidandosi a strumenti e tool gratuiti? Per niente. Ecco perché ti parlo di Convertkit.
Immagina di aver speso il minimo possibile, diciamo 200 euro in tutto per il tuo sito e per gli strumenti di marketing che utilizzi per convertire clienti. Quanto riusciresti a guadagnare? Secondo la mia personale esperienza questi strumenti possono aiutarti solo a capire come si “gioca” nel marketing. Un po’ come i simulatori del gioco in borsa. Dopo aver fatto centinaia di consulenze, sconsiglio vivamente l’utilizzo di strumenti gratuiti. Se vuoi che ti arrivino dei guadagni, devi per forza investire.
Attenzione, però, investire non significa sperperare. Spendere una cifra adeguata e impiegare tempo e volontà è il modo migliore in assoluto per avere successo. Dopo anni di lavoro e studio, sono giunto alla conclusione che Convertkit sia il miglior tool in assoluto per la gestione di una mailing list e per l’email marketing. Ecco 10 buoni motivi per sceglierlo:
- Avere un solo strumento ti semplifica la vita : in una realtà sempre più complessa, è facile impazzire. Se devi gestire la tua attività reale e allo stesso tempo vuoi dedicarti a quella online, tanti auguri! Il marketing digitale ha un potenziale enorme, anche in termini di guadagni, ma bisogna starci dietro. Se cominci a scaricare 10, 15, 20 plugin, dovrai anche imparare ad usarli tutti. Li dovrai aggiornare e stare attento alla compatibilità. E appena ti accorgerai dell’esistenza di un limite, come la personalizzazione dei template, dovrai ricorrere ad altri plugin. Con Convertkit hai tutto in un’unica soluzione. Tutta la gestione della mailing list, delle newsletter, delle analytics, della lead generation sarà in mano a un solo strumento.
- Stare dietro alla newsletter e gestire la mailing list è un lavoro. Certo, nelle aziende medio-grandi ci sono persone che si occupano solo di questo aspetto. Ma tu devi fare tutto da solo. Secondo i miei dati personali, l’87% delle persone perde la motivazione nella gestione del proprio business online quando comincia a scontrarsi con la gestione della mailing list e della newsletter. Decine di clienti mi hanno chiesto una consulenza dopo quel momento di stallo, e tutti quanti provenivano da un profilo gratuito su Mailchimp. Il passaggio a Convertkit è stato come una boccata d’aria fresca per tutti. Provare per credere.
- Mailchimp e tutte le altre piattaforme sono troppo centrate sul design. Quando non puoi vendere sostanza, vendi l’immagine. Ma ai tuoi clienti non frega una “cippa” del design delle tue mail, o meglio, se si sono iscritti alla tua mailing list, è per ottenere informazioni, consigli, video, contenuti utili e interessanti. Le mie newsletter sono quasi solo testo. Ricorda: la semplicità vince sempre! Con Convertkit non ti devi preoccupare di nulla: puoi scrivere e inviare, punto. Niente problemi di formattazione, html, niente.
- Per il potere di Greyskull! Convertkit ha una funzione strabiliante: non trasforma He-man in un superuomo, ma ti permette di utilizzare i tag per mandare delle mail personalizzate ad un target specifico di utenti. Vendi cosmetici naturali e vorresti contattare tutti quei clienti che sono interessati ai prodotti da uomo per proporre la tua nuova linea? Lo puoi fare! (e non te ne pentirai!)
- Filtra il tuo pubblico : con Convertkit puoi facilmente creare delle categorie specifiche e inviare delle mail personalizzate. Vuoi inviare le mail a tutti quelli che non hanno aperto le tue prime newsletter? Ti basterà un attimo! E senza mandare due volte la stessa email alla medesima persona.
- Personalizzazione: sai utilizzare i codici HTML e CSS? Con Convertkit potrai sbizzarrirti senza limiti! Non li sai utilizzare. Ci pensa lui.
- Contact form : vuoi creare un form di optin da inserire in determinate pagine del tuo sito per far iscrivere più persone possibili alla tua mailing list? Puoi farlo, puoi scegliere se inserire un optin singolo o doppio, e puoi anche associare una landing page.
- Automatizzazione : vuoi creare sequenze di email per chi si iscrive, per chi compra un determinato prodotto o per altre categorie di utenti? Tutto è possibile su Convertkit. Puoi anche creare dei funnel, ovvero delle sequenze con una call to action finale per vendere un determinato prodotto.
- Puoi mostrare contenuti diversi a chi si è già iscritto a un’offerta e per sbaglio si è re-iscritto. Sembra banale, ma il cliente si sentirà piacevolmente stupito e vivrà un’esperienza di navigazione molto gratificante. Perché? Perché sentirà di potersi fidare di un sito che “pensa a tutto” e che non funziona solo in maniera meccanica e macchinosa.
- Statistiche : nel reparto analytics Convertkit è un vero e proprio asso. Puoi controllare ogni tipo di dato, persino la storia personale di ogni iscritto!
- Lo so, ti avevo detto che c’erano 10 buoni motivi per scegliere Convertkit. Ma come non parlare del loro servizio clienti? L’assistenza è fondamentale quando si ha a che fare con dei prodotti online, e quella di Convertkit è strabiliante. Prendi esempio: se offri la stessa professionalità ai tuoi clienti, otterrai un successo assicurato!
Come si imposta Convertkit?
Convertkit è uno strumento professionale, ma facile da utilizzare. Ecco una guida passo-passo per impostare Convertkit al meglio:
1. Iscriviti a Convertkit
Basta andare sulla loro homepage, cliccare su “Get A Free Trial” e godere di 14 giorni di prova gratuiti. Se vuoi cominciare subito “a manetta”, vai sulla pagina “Pricing”, e scegli il tuo piano in base al numero di iscritti alla mailing list. Ecco la schermata che ti si presenterà.
Queste sono le tariffe di Convertkit: da 0 a 1000 iscritti alla mailing list pagherai solo $29 al mese.
Una volta scelto il piano, clicca su “Get Started” e comincia la tua avventura! Basta così? No, Convertkit è uno strumento serio e professionale, non un giocattolino. Una volta scelto il piano, ti chiederanno di confermare il tuo account. Dovrai inviare via chat o tramite la funzione “Submit a Ticket”, l’URL del tuo blog.
2. Importa la lista dei contatti
Il secondo passo, ovvio e molto semplice, è quello di importare la tua mailing list. Se vuoi una mano, questo è l’aiuto che ti offre Convertkit. Se la tua mailing list è già ben organizzata e divisa in categorie differenti, non temere: puoi selezionare tag, form e sequenze prima e dopo aver importato la tua lista.
3. Setup di Convertkit
- Vai all sezione “Account info”
- Clicca su “Account” in alto a destra
- Aggiungi l’API di WordPress
- Aggiungi i tuoi dati da affiliato
- Seleziona il nome tuo e quello del blog che verranno visualizzati all’arrivo delle mail dai tuoi clienti
- Aggiungi un’email per le risposte (assicurati che sia quella del tuo blog, altrimenti potrebbe essere considerata come spam; non inserire una mail Google o Yahoo – per intenderci)
- Scegli quando inviare le email di default (potrai modificare questa impostazione in qualsiasi momento)
- Inserisci un indirizzo postale reale. Serve a dare fiducia ai tuoi clienti (per loro vuol dire che esisti davvero e non sei solo una truffa)
- Crea il tuo template per le newsletter: scegline uno semplice
4. Invia le prime email
Come si fa a inviare una newsletter alla tua mailing list? È facilissimo, neanche a dirlo. Su Convertkit questa sezione si chiama Broadcast. Quindi:
- Clicca su “Broadcast” in fondo al menu principale
- Clicca su “New Broadcast”
- Scegli a chi mandare la newsletter o la mail (puoi inviarla a tutta la mailing list, oppure filtrare gli indirizzi come preferisci)
- Clicca su “Next Step”
- Scegli il tuo template e scrivi le cose più oscene che ti vengono in mente (scherzo, eh!)
- Salva
- Se vuoi che la mail cominci con un saluto personalizzato al destinatario, basta selezionare “With Fallback”
- Aggiungi immagini sconce o link proibiti a piacimento
- Guarda che sia tutto a posto nella Preview della mail
- Aggiungi i tuoi contatti e i link ai tuoi social
- Salva e clicca su “Next Step”
- Scegli quando mandare la tua mail o newsletter e programmala
- Clicca su “Schedule Broadcast” e sei a cavallo
- Se vuoi modificare qualcosa, prima clicca “Unschedule Broadcast” e poi “Edit Broadcast”. Modifica quel che vuoi e riprogramma la mail
- Una volta inviata, puoi controllare le statistiche, ma anche re-inviare la mail a quelli che non l’hanno aperta
5. Iscrivi i tuoi lettori in cambio di un download, un contenuto o un freebie
Ovviamente questo è uno degli scopi principali della gestione della tua mailing list. Il fine ultimo, senza nasconderci dietro a un dito del piede, è quello di guadagnarci da vivere. Sai benissimo che per arrivare a questo punto devi offrire prima di tutto qualcosa in cambio ai tuoi lettori, al tuo pubblico. Ma come si fa? E come si integra la gestione della mailing list con questa funzione – diciamo – avanzata?
Questo è il punto: con Convertkit puoi fare tutto questo senza problemi. Con i plugin gratuiti e con molte altre piattaforme no. Questa è la differenza che fa la differenza! (il gioco di parole è voluto).
Vuoi sapere come si fa? Facile, segui questi passi:
- Clicca su “Forms” in alto a sinistra
- Clicca su “Create Forms”
- Convertkit ti fa scegliere tra una landing page e un form. Cosa fa più al caso tuo? Beh, sono due cose diverse: il form è snello e può essere inserito in un post, così come in una pagina del tuo sito. Una landing page è una pagina a sé.
- Se hai scelto una landing page , scegli il template e inserisci il tuo contenuto. Verrai guidato passo dopo passo.
- Dai un nome alla tua landing page
- Crea un messaggio di successo per chi si iscrive, come “Grandioso! Sei ufficialmente dei nostri!”
- Se hai già creato una sequenza di email per chi si iscrive, la puoi collegare adesso o in un secondo momento, dalla pagina “Main Settings”
- Scegli un optin singolo o doppio. Cos’è meglio? Non esiste una risposta unica. L’optin singolo sicuramente fa sì che la tua mailing list cresca come la tua panza durante le feste di Natale, ma quello doppio ti permette di avere in lista solo contatti davvero interessati, che non solo si sono iscritti, ma hanno anche ri-confermato la loro volontà. Ciò significa più probabilità di conversione!
- Personalizzazione: puoi scegliere lo stile della tua landing page e se lo desideri la puoi inserire, come un form, in un’altra pagina del tuo sito.
- Se hai scelto di creare un form , il processo sarà lo stesso. I form vanno sempre inseriti in una pagina del tuo sito o in un post, a differenza delle landing page che possono “vivere di vita loro”.
6. Come si creano le sequenze email?
Convertkit ti semplifica la vita anche in questo caso. Le sequenze automatizzate sono ottime per assicurarti di offrire a tutti i tuoi iscritti un trattamento affabile e curato. È un po’ come avere un servizio di chauffeur che accompagna ogni tuo cliente in tutto il tuo processo produttivo, fino al prodotto finale da vendergli. Come si crea una sequenza su Convertkit?
- Clicca su “Create Sequence”
- Trova un nome per la sequenza e clicca “Create”
- Convertkit in automatico ti crea la prima email con alcune indicazione utili per la creazione della sequenza.
- Di default ci sono dei settaggi che ti aiutano a creare le prime sequenze, ma puoi ovviamente personalizzare ogni singolo aspetto, dal momento in cui mandare le mail, all’intervallo tra una e l’altra, dal numero di email della sequenza al pubblico a cui mandarla. Puoi escludere qualche contatto dalla sequenza se ti sta antipatico o se ti risponde male.
Domandona: quando è meglio mandare le mail?
Quante mail è meglio mandare e con che frequenza?
Qui si entra nel cuore del discorso e devo sfoderare tutto il mio savoir faire di digital psicomarketer. Posso dirti subito e senza remore che non esiste una risposta unica e definitiva. Ognuno ha il suo pubblico e tutto dipende dalle sue caratteristiche. Se hai a che fare con un gruppo di pensionati tedeschi, sai che i loro ritmi sono ben diversi dai ragazzi che vanno in Erasmus a Barcellona. Un pubblico di nerd potrebbe voler ricevere anche due email al giorno, mentre un gruppo di salutisti forse vorrebbe ricevere dei video yoga solo una volta a settimana. Ci sono molte precisazioni da fare. E facciamole tutte!
In linea generale sembra che i giorni migliori per inviare una mail sono il lunedì, il mercoledì e il venerdì. Ma secondo altri dati, anche il martedì e il giovedì non sono malaccio. Sabato e domenica sono da scartare? Io non ci giurerei. Ricordiamoci che viviamo nell’epoca digitale: tutti, anche Maurizio Costanzo e Wanna Marchi hanno uno smartphone , e secondo uno studio canadese, l’utente medio controlla il suo telefono circa 150 volte al giorno. Ogni giorno, senza esclusioni. Quello che era vero per il digital marketing di 10 anni fa, non vale più oggi, e tra 6 mesi sarà già da ripensare.
Cerchiamo il pelo nell’uovo? Beh: non tutti aprono la mail lo stesso giorno in cui la ricevono. E poi quasi tutti hanno più indirizzi. A seconda del sesso, dell’età, dell’occupazione e di altre caratteristiche, ognuno ha abitudini particolari. Quindi cerca di definire il momento migliore in cui inviare le tue mail seguendo questi criteri.
A che ora è meglio mandare una mail?
Secondo una mega ricerca californiana, le email che vengono inviate entro mezzogiorno hanno più probabilità di essere aperte e lette.
Gli orari migliori vanno dalle 9 alle 11 del mattino e dalle 15 alle 16 del pomeriggio. Questo in linea generale, ma ovviamente dovrai adattare le tue scelte agli orari di vita delle persone a cui mandi le tue mail.
Secondo me, considerando che le mail non vengono quasi mai aperte subito, le puoi benissimo inviare al mattino presto, tra le 7 e le 8, oppure tra le 12 e le 14, quando la maggior parte delle persone pranza.
Tutto dipende anche dal contenuto. Se ti occupi di hobby, sport, passioni e passatempi, i tuoi lettori leggeranno ciò che scrivi nel tempo libero. Se ti occupi di lavoro, servizi, prodotti per le aziende e cose di questo genere, potresti avere successo durante l’orario di lavoro.
Ma quante email devi mandare e ogni quanto tempo?
Anche qui dobbiamo fare la punta alla matita. Allora: se stiamo parlando di una newsletter, puoi inviare i tuoi messaggi una volta al mese, una alla settimana o una ogni due settimane. Meno di una volta al mese mi sembra inutile. Più di una volta a settimana è rischioso, ma in alcuni casi funziona. Se hai davvero tantissimi contenuti da condividere, come ricette, diete, esercizi, o in generale consigli che riguardano abitudini quotidiane e la vita di ogni giorno, puoi anche inviare una mail al giorno. Ma ti consiglio di lasciarlo decidere ai tuoi lettori con doppio optin: “vuoi davvero ricevere una ricetta al giorno? Sicuro che non comincerai ad odiarmi?”
Se invece parliamo di una sequenza , le cose cambiano. Quante email bisogna inviare? Secondo moltissimi studi, le persone non acquistano quasi mai un bene o un servizio al primo contatto. Nemmeno al secondo, e neppure al terzo. Bisogna aspettare il quinto contatto per vedere aumentare un pochino le tue probabilità. Dopo l’ottavo, il nono, il decimo, l’undicesimo e il dodicesimo si comincia a ragionare.
Dopo 5/7 email, noterai una naturale scrematura : molti iscritti ti cestineranno. Alcuni si disiscriveranno, mentre altri non apriranno mai le tue mail. Rimarranno solo i fedelissimi, i tuoi lettori più affezionati. Uno schema che funziona molto bene per l’invio delle sequenze è questo:
- 1° mail: giorno x (1 gennaio)
- 2° mail: giorno x+2 (3 gennaio)
- 3° mail: giorno x+6 (7 gennaio)
- 4° mail: giorno x+13 (14 gennaio)
- 5° mail: giorno x+27 (28 gennaio)
- Dalla 6° mail in poi fai passare 15/30 giorni
Per far funzionare bene una sequenza e sfruttare il tuo sales funnel al meglio , devi assicurarti di mandare le prime email in giorni ravvicinati, lasciando progressivamente del tempo in più, ma senza esagerare. Io preferisco rimanere su un contatto settimanale al massimo.
Come attirare utenti e aumentare gli iscritti alla mailing list con Convertkit
Questo è quello che ti interessa. Ora arriviamo al sodo. Hai lo strumento migliore, Convertkit, lo sai impostare, ma devi saperlo maneggiare come un samurai brandisce la sua katana.
Come si aumentano gli iscritti alla newsletter?
Si parte sempre da zero. Come ti ho già detto ci sono vari modi per cominciare a infoltire la tua mailing list. Ma ci sono anche delle strategie di psicomarketing delle quali non potrai fare a meno. Eccole!
- Blog: devi averne uno, gestito bene, aggiornato e pieno di contenuti di qualità. Che tu offra notizie, venda prodotti o servizi, il blog è il cuore pulsante della tua attività. Le persone ti raggiungeranno grazie ai tuoi contenuti. Google ti indicizzerà meglio e attirerai utenti come una calamita. Lo abbiamo già detto, ma repetita iuvant!
- Form: Convertkit ti consente di inserire dei form di vario tipo nel tuo sito. Ma dove devi metterli e come li devi personalizzare? Segui la regola della semplicità. In questo mondo complesso, più semplifichi la vita agli utenti, più essi diventeranno clienti. I form dovranno essere accattivanti e dovranno attirare l’attenzione dei tuoi utenti, ma dovranno essere semplici. Niente design supercomplicati, niente popup fastidiosi, ma form ben visibili e puliti. Assicurati di usare dei colori in contrasto con lo sfondo, posiziona i form alla fine di ogni post, oppure in un un punto cruciale, poco prima di svelare un trucco, una notizia bomba o prima di arrivare al punto della questione di cui stai scrivendo.Ma non inserire mai un form nella prima metà dell’articolo o all’inizio.Per rendere accattivante un form e fare sì che le persone si iscrivano, devi offrire qualcosa di allettante. Rendilo esplicito e parla dei vantaggi esclusivi dell’iscrizione alla tua mailing list. Offri un freebie di qualsiasi tipo in cambio: un pdf, un video, un corso, uno sconto, un gadget, un download. E sii breve! Puoi chiedere direttamente di iscriversi alla newsletter per ricevere notizie, consigli o ricette, oppure offrire un bene gratuito, come unhosting videocorso e solo in un secondo momento chiedere in cambio l’iscrizione alla mailing list.I form vanno messi alla fine di ogni post, ok, ma anche nella homepage, nella pagina “chi siamo” e nelle landing page. Non dimenticarti di inserire un form anche sui social!
- Engagement: per invogliare le persone a iscriversi alla tua mailing list, devi solleticare la loro curiosità, la voglia, il bisogno, il desiderio. Usa i quiz, i concorsi, usa le promozioni e le offerte a scadenza. Offri per un periodo limitatissimo un tuo prodotto o servizio a un prezzo stracciato per aumentare gli iscritti alla newsletter e falli partecipare attivamente al tuo business. Falli commentare, lascia che dicano la loro opinione, lascia che si esprimano.
- Offri qualcosa di imperdibile senza brutte sorprese: ogni giorno mi ritrovo a cancellare in media 22 email senza nemmeno leggerle. Le ho contate. Ne ricevo circa 87 su una delle mie caselle private. Alcune sono anche interessanti, ma non ho tempo per leggerle. Qualche tempo fa mi sono accorto che persino il WWF ha cominciato a usare gli emoji negli oggetti delle mail per farsi notare. Per fare in modo che le persone si iscrivano alla tua newsletter e sentano il bisogno di aprire le tue email (le due cose devono andare a braccetto, altrimenti a cosa ti servirebbero tanti iscritti passivi e inutili?), devi offrire loro qualcosa di strabiliante. Non solo informazioni che possono trovare da qualsiasi altra parte. La mail è una parte intima della navigazione; lasceresti entrare una ventina di sconosciuti nelle tue mutande?? (De gustibus…)
- Passaparola: i tuoi iscritti sono la migliore risorsa alla quale attingere. Chiedi a quei 4 gatti di usare la regola dei 6 gradi di separazione! Offrigli uno sconto per ogni nuovo iscritto che ti portano, o un contenuto gratuito per ogni post condiviso su Facebook. Perché pagare solo la pubblicità su Google e sui social, se puoi sfruttare il passaparola diretto? Quando Facebook mi presenta un’offerta di un sito di scarpe cinese, io diffido. Ma se la stessa offerta me la presentasse Davide, il mio vicino di casa dentista, mi fiderei ciecamente. Effetto authority!P.S. Usa i tuoi iscritti come testimonial, oppure investi qualche fiorino per ingaggiare un influencer e fargli promuovere l’iscrizione alla tua mailing list.
- Il tempo vola: nessuno ha abbastanza tempo per leggere tutte le newsletter: ogni giorno vengono spediti 200 miliardi di email nel mondo… ma se provi a inserire il tempo di lettura nell’oggetto della mail e assicuri nei form di iscrizione che le tue mail conterranno solo video da 1 minuto, oppure contenuti da leggere in 3 minuti al massimo, rassicurerai i tuoi utenti!P.S. In alcuni casi dovrai fare il contrario: se hai un blog letterario o affini, vantati della lunghezza dei tuoi post e delle tue mail. A qualcuno fa ancora piacere leggere… w lo slow web!
- Inserisci un form di optin nella firma della tua mail. Puoi farlo in automatico con tutte le tue caselle.
- Inserisci un link alla tua landing page o a una pagina con un form di optin sulla tua bio di Twitter!
- No distrazioni! Se leggi un mio articolo, noterai che a parte le parole e le immagini, non ci sono grandi distrazioni. La lettura deve essere un momento di tranquillità. Più è pulito il sito, più facile sarà attirare nuovi iscritti!
- Non chiedere troppo: nei form basta chiedere un nome e un indirizzo email. Niente anno di nascita, codice fiscale e taglia di reggiseno!
Come guadagnare con la mailing list
Ci sono vari modi per guadagnare online grazie a una mailing list , ma qui discuteremo solo come guadagnare con la tua mailing list, quella che hai collegato al tuo blog e alla tua attività. La domanda, quindi, diventa: perché la mailing list è indispensabile per guadagnare con il proprio sito web?
La risposta è facile e dovrebbe giungerti immediata dopo queste 8.000 parole: la mailing list è l’accesso diretto all’esperienza di navigazione dei tuoi utenti. Sei un estraneo, che ha il privilegio di scrivere un SMS direttamente al presidente emerito Bill Clinton. Cosa gli scrivi?
Capirai che non basta avere un indirizzo o un contatto per avere successo: devi sapere cosa dire. Il contenuto conta moltissimo. E prima di tutto conta la fiducia. Se il presidente del sex gate ti ha dato il suo numero di persona, non farlo pentire con un messaggio inutile. I tuoi lettori devono essere rispettati e calcola che ogni iscritto alla tua mailing list è oro colato per il tuo business.
Come abbiamo detto, i tuoi iscritti alla newsletter possono attirare altri iscritti, sono persone che amano quello che fai e come lo fai. Sono il tuo pubblico selezionato, a cui puoi chiedere opinioni, consigli e del quale puoi studiare le caratteristiche e le abitudini. Dove ti capita un’occasione del genere?
Gli iscritti alla mailing list sono persone reali e motivate , soprattutto se scegli un optin doppio e aspetti qualche mese per le varie scremature. Con Convertkit hai la possibilità di segmentare gli iscritti, dividendoli in categorie a seconda del loro comportamento. Ci sarà una piccola percentuale di superaffezionati che aprirà sempre le tue mail, che sarà attiva e entusiasta. Trattali come dei principi!
Il modo migliore per guadagnare con la tua mailing list è proprio prenderti cura dei tuoi iscritti più fedeli. Come? Creando delle sequenze premium per convertirli in clienti.
Le sequenze premium di email
L’arma definitiva
Cos’è una sequenza premium? Ti ho spiegato come si creano le sequenze automatiche di email per i nuovi iscritti con Convertkit. È facilissimo. Ma una volta raccolti e raggruppati un bel po’ di iscritti fedeli, dovrai spingerti più in là. Ok, il tuo negozio online o il tuo business funziona benino.
Ma come si possono convertire clienti in maniera massiccia?
- Studia un prodotto premium
- Crealo
- Non darlo in pasto ai porci subito perché sei in preda alla foga di mostrarlo a tutti, come un bimbo offre uno scarabocchio al papà
- Prepara una sequenza premium per i tuoi iscritti, contattando prima di tutto quelli più attivi e fedeli
- Offri una serie di informazioni preziose nelle prime email, senza mai parlare esplicitamente di ciò che vuoi vendere e stimola la curiosità dei lettori
- Nella penultima email accenna a un nuovo prodotto che stai per far uscire
- Nell’ultima mail offri l’opportunità esclusiva di acquistare in anteprima il tuo prodotto ad un prezzo lancio imperdibile
Vuoi un esempio? Allora: diciamo che ti occupi di corsi di lingue straniere. Hai il tuo blog e vendi corsi di vario tipo per imparare il cinese. Ok? Prima di tutto ti consiglio di fornire sempre informazioni accattivanti sulla lingua nei tuoi post, come “10 modi di dire da non fraintendere in Cina”. Alla fine di ogni post, qualsiasi sia l’argomento trattato, inserisci un form per la tua mailing list, motivando l’iscrizione con un vantaggio per l’utente “ora che conosci i 10 modi di dire da non fraintendere, vorresti sapere come stupire un datore di lavoro cinese ad un colloquio con delle frasi a effetto? Iscriviti alla mia mailing list e ti invierò gratuitamente un video corso sul perfetto colloquio di lavoro in cinese!”
Ci siamo? Ok, pensa a un prodotto premium , come un webinar esclusivo con 50 posti in tutto per imparare come fare una telefonata di vendita in cinese, correlato di PDF e videocorso. Crea il tuo prodotto e prepara una sequenza premium per i tuoi iscritti più fedeli.
La struttura potrebbe essere questa:
- 10 strumenti online per imparare il cinese avanzato
- SEO cinese: trucchi e segreti
- La comunicazione nella vendita diretta
- I 5 segreti della pronuncia cinese
- Come scrivere una mail di vendita in cinese
- 10 frasi da non dire mai al telefono in cinese
- Come parlare al telefono in cinese da professionista (accenna al prodotto che hai creato “a proposito… sto pensando ad un webinar esclusivo per svelare i segreti della comunicazione telefonica nel marketing in cinese; cosa ne pensi, ti interesserebbe?)
- Le strategie di persuasione in cinese (inserisci la tua call to action esplicita, evidenziando l’esclusività del prodotto e la temporaneità dell’offerta.)
Come vedi la sequenza di email comprende argomenti via via più specifici. Comincia la sequenza dicendo agli iscritti che si tratta di una serie di email esclusive , dedicate solo agli iscritti più fedeli. Alla fine di ogni email, annuncia l’argomento della prossima, creando un po’ di suspense. Alla fine proponi il tuo prodotto con un bel countdown per l’offerta e vatti a fare un paio di birre con gli amici: te le meriti!
Lead generation
Cos’è e come farla diventare una miniera d’oro
Fare lead generation è il modo migliore in assoluto per guadagnare online. Se hai il tuo business bello pronto, quello che ti manca sono solo i clienti. Avere un’idea è facile; averne una buona un po’ di meno, metterla in pratica costa tempo, soldi e fatica, ma ciò che è più difficile in assoluto è avere dei clienti , tanti clienti paganti.
Moltissime delle idee che consideriamo geniali, quelle che appaiono sul mercato come delle novità strabilianti, sono quasi sempre delle riedizioni di qualche invenzione già pronta. Lo è il pc, inventato prima di tutto dalla Olivetti nel lontano 1957, poi rivisto dalla Commodore, dalla IBM, dalla Apple e infine da Bill Gates, che ha vinto una lunga battaglia legale per accaparrarsi l’invenzione del secolo.
Ma anche lo smartphone, che tutti facciamo risalire al primo iPhone, era stato inventato molto tempo prima dalla IBM, nel 1992, e battezzato con questo nome nel 1997 dalla Ericsson. Lo stesso anno della mia festa! Quasi 10 anni prima che Steve Jobs presentasse il suo gioiellino.
La differenza tra un’invenzione pura e un prodotto che ha successo è sempre il frutto di affinamenti nell’usabilità, ma soprattutto nella presentazione e nell’immagine che si dà al prodotto. In poche parole: marketing. Anzi, psicomarketing – proprio come il blog di EspressoTriplo, perché abbiamo sempre a che fare con le persone.
E sono le persone che compreranno il nostro prodotto, qualunque esso sia. Quindi, il problema principale è in ogni caso quello di avere dei clienti. Fare lead generation significa proprio crearsi un bacino di potenziali clienti. Nella realtà, la lead generation è un po’ come quelle riunioni della AMC, della Folletto, della Tupperware o delle coperte in lana merinos che le nostre mamme ospitavano nelle nostre case, in quei felici pomeriggi degli anni ’70, ’80 e ’90.
Una tecnica che ha funzionato alla grande e ha creato superpotenze economiche come la Vorwerk, azienda tedesca che produce gli aspirapolvere migliori dell’universo e che, zitta zitta, ha un giro d’affari di oltre 2 miliardi di Euro. Mica bruscolini!
Per te fare lead generation significa letteralmente avere in qualche modo una mailing list. Creare una mailing list deve essere l’obiettivo principale della tua attività. Ok, cura il design del sito, scrivi gli articoli del blog, scegli un bel nome per il tuo prodotto, ma prima di tutto preoccupati di aumentare il numero di iscritti alla newsletter.
La lead generation è il processo di acquisizione di un bacino di potenziali clienti attraverso la creazione di una mailing list e la gestione della newsletter.
Ecco, questa è una definizione da scrivere a grandi lettere corsive sul muro della tua casa, in perfetto stile hipster.
Ma perché ne stiamo ancora parlando, se ti ho già detto qual è lo strumento migliore per creare e gestire la tua mailing list, ovvero Convertkit? Perché ci sono alcuni aspetti molto importanti da non sottovalutare. Fare lead generation non è sempre la stessa cosa, non è sempre uguale.
Un conto è, ad esempio, inserire un form per l’iscrizione alla tua newsletter alla fine di un tuo post, un altro è quello di creare una sequenza di email con sales funnel a partire dal tuo sito.
Ma le sequenze possono partire solo dal tuo blog? Eh no! Non possiamo dimenticare Google Adwords e Facebook! Allora vediamo quali sono le differenze tra i vari tipi di lead generation dal punto di vista dello psicomarketing.
Lead Generation
I vari modi per generare contatti per la tua attività
La lead generation è il modo più economico e diretto per entrare in contatto con persone reali, creare con loro un rapporto di fiducia e scambio e trasformarli, con la dovuta calma, in clienti. Fare lead generation è il modo migliore per rafforzare l’immagine del tuo prodotto , del tuo brand e quella tua.
Ma un conto è contattare i clienti attraverso un annuncio su Google Adwords, e un altro è attirarli su Facebook. Ancora diverso è il discorso di quei clienti che sei riuscito ad attirare dal tuo sito.
La differenza principale è il livello di genericità.
In pratica, le persone che sono già arrivate sul tuo sito, sono quelle che cercavano molto probabilmente quello che offri.
Se vendi abbigliamento per sport estremi, è difficile che arrivino sul tuo sito persone completamente disinteressate, ed è ancora più difficile che si iscrivano alla tua mailing list. Ma di questo tipo di lead generation abbiamo già parlato: per questo c’è Convertkit.
Usare Adwords per generare lead
Fare lead generation a partire da Adwords , è come inserire un annuncio in autostrada. Passeranno migliaia di persone, e tra queste un 1% di interessati. A differenza del tuo sito, dove tutti i visitatori hanno almeno un briciolo di curiosità rispetto quello che vendi, su Adwords il pubblico è molto meno selezionato. Anche se Google affina di continuo il suo modo di fare pubblicità, incrociando (inquietantemente) i dati pubblici e privati dei navigatori, non è ancora così efficace da proporre un determinato annuncio solo ed esclusivamente ad un pubblico interessato.
Una parte degli sforzi si perde nel nulla. Ma allora, perché dovremmo fare lead generation su Adwords? Semplice, perché il mare magno di Internet è infinito, e per far giungere il tuo messaggio a ogni potenziale interessato, devi per forza inserire degli annunci “in piazza”, in luoghi pubblici di navigazione, come i risultati delle Serp di Google.
Fare lead generation su Google è più dispersivo rispetto al tuo sito, ma è comunque uno strumento abbastanza preciso: in fin dei conti le persone ricevono gli annunci in base a quello che cercano. Quindi, se sei bravo con l’SEO e con le parole chiave (e se investirai un bel po’ di dobloni), potrai arrivare a moltissimi potenziali clienti.
Facebook per il lead generation
Vale la pena?
Fare lead generation su Facebook è meglio o peggio? Direi semplicemente che è diverso. Creare una serie di ad pubblicitari su Facebook ti permette di raggiungere molti utenti, forse meno di quanti te ne permetta Google, ma si tratta di un metodo più economico. Parliamo di un costo quasi dimezzato.
Ecco una tabella dei costi e dei benefici della lead generation fatta sul proprio sito web, su Adwords e su Facebook. Ti riporto i dati che ho ottenuto da un mio cliente che gestisce un e-commerce abbastanza conosciuto. Vediamo quali sono le differenze:
SITO:
- Costo per cliente: 3,58 €
- Lifetime Value: 401,65 €
FACEBOOK:
- Costo per cliente: 8,97 €
- Lifetime Value: 277,94 €
ADWORDS:
- Costo per cliente: 19,11 €
- Lifetime Value: 138,00 €
Con il valore Lifetime Value intendiamo una previsione di quanto il cliente spenderà in base al comportamento iniziale d’acquisto. Si tratta di dati indicativi, ma che più o meno sempre rispecchiano i costi di una lead generation fatta in un modo o in un altro.
La differenza principale tra i tre modi di fare lead generation, come ti ho già detto, sta nel livello di genericità. Chi si iscrive sul tuo sito ha già un interesse alla base, è motivato e ha già fatto molta strada: dalla motivazione è passato per la conoscenza del tuo sito e ha pure cliccato su qualche tua pagina, fino a esprimere le sue intenzioni iscrivendosi spontaneamente alla newsletter. Si tratta di un cliente attivo al 100%, spinto da un motivo pulsante.
Chi parte da Facebook, invece, non ha ancora fatto tutta quella strada. O meglio, su 100 iscritti alla mailing list che partono dal tuo sito, 100 partono motivati , anche se ne perderai alcuni per strada. Su 100 iscritti alla mailing list a partire da Facebook, circa 50 sono quelli motivati , mentre gli altri sono interessati, sì, ma non così tanto. D’altronde chi bazzica sui social sta in “cazzeggio mode”.
Capirai, quindi, che la media di quanto spenderanno o di quanti diventeranno tuoi clienti, scende rapidamente. In più, sul social network blu, ci sono moltissimi profili fake e le persone si ritrovano a navigare tra pagine e profili un po’ per ammazzare il tempo, un po’ per disperazione.
La psicologia al momento sta producendo centinaia di studi sugli effetti devastanti dei social : oltre a provocare dipendenza, favoriscono lo sviluppo di molti disturbi mentali, come ansia e depressione. Cosa ti puoi aspettare da un bacino di utenti pazzoidi?
Il discorso per Adwords è ancora differente. Qui siamo un po’ come sulle pagine gialle di una volta: le leggevano tutti, dagli ubriaconi ai Capi di Stato, dalle ballerine alle drag queen. Il costo qui aumenta sensibilmente: si tratta di fare una scrematura ancora più ampia. Su 100 iscritti alla mailing list a partire da Adwords, 20 saranno quelli supermotivati , mentre gli altri saranno persone poco motivate o indifferenti, spinte a cliccare sul tuo annuncio solo per noia, o meglio per un effetto psicologico perverso simile a quello dell’authority : “se lo dice Google, mi fido”.
Alla fine, quindi, conviene sempre investire di più sul proprio sito , specialmente quando si tratta di creare sequenze automatizzate e specifiche. Una sequenza premium con sales funnel, mirata a vendere un prodotto particolare ad un pubblico esclusivo, non può partire da un annuncio di Adwords.
I clienti che arrivano da Adwords te li devi lavorare molto di più. Ci devi impiegare più tempo per conoscerli, per conquistare la loro fiducia. E sappi che ne perderai moltissimi. Quelli di Facebook saranno un po’ più selezionati, ma in molti casi saranno instabili, strani o fastidiosi. Ti ritroverai sicuramente un manipolo di haters o pazzi scatenati pronti a tutto pur di insultarti. La lead generation va fatta in ogni caso. Solo con delle dovute precauzioni.
Le sequenze email giuste per Adwords e Facebook
Per chi si iscrive da Adwords, prepara degli argomenti più generici, sequenze più lunghe e usa un linguaggio user friendly. Sii semplice e “entry level”, sempre. Per scrupolo, avvisa sempre della disponibilità di un servizio più avanzato, magari alla fine delle mail. Ad esempio, se offri un corso di cinese, prepara delle sequenze generiche per chi parte da Adwords, senza entrare troppo in dettaglio. Fai passare questi clienti per almeno 3 sequenze: la prima, quella più generica, sarà quella di base, adatta a tutti. Avrà lo scopo di offrire un bel po’ di materiale gratuito per ispirare fiducia, diffondere il tuo brand e stimolare la reciprocità.
La seconda, intermedia, potrà già contenere una sales funnel, ma solo alla fine. Prima offri qualche freebie e comincia a far leva sui bisogni specifici dei tuoi lettori, problemi che solo tu sai risolvere. Alla fine offrigli una soluzione accessibile. Non un corso premium, ma qualcosa di semplice, di economico. Un best seller utile per creare del brand awareness, qualcosa che possa far girare il tuo nome e la tua immagine. Questa è la sequenza da utilizzare per gli iscritti alla tua mailing list a partire da Facebook.
La terza è la sequenza semi-premium , quella che riservi solo a chi si è già sorbito le altre due, oppure si è iscritto direttamente dal tuo sito. Qui puoi inserire una sales funnel semi-premium. Puoi già parlare con un linguaggio un po’ più specifico e professionale, ma senza esagerare. Offri un buon prodotto, osa di più anche dal punto di vista del prezzo.
E infine c’è la quarta sequenza, quella che non ti aspettavi. Come, non ce n’erano 3? Sì, ma della quarta te ne ho già parlato a momento debito, quando ti ho presentato Convertkit. Ora capisci cosa significa davvero creare una sequenza premium. Questa è destinata solo a quella fetta di seguaci fidati e innamorati di te, ai clienti migliori, a coloro che hanno già speso per i tuoi servizi o prodotti. Questo è il tipo di sales funnel più redditizio , quello che perde meno clienti per strada.
Ecco che Convertkit si rivela uno strumento indispensabile per la gestione della tua mailing list.
Puoi segmentare i tuoi iscritti in base agli optin di provenienza, analizzare i loro dati (come ho fatto con il mio cliente, calcolando il costo di acquisizione e la Lifetime Value) e riservare ad ognuno la sequenza più adatta. Questo è il modo giusto di fare lead generation: solo così non rischi di perdere tempo e soldi!
Giunti alla fine di questa guida mostruosa, non posso fare altro che chiederti un favore, visto che le dita mi si stanno cominciano a intorpidire.
Potresti condividere questo articolo sui social al posto mio?
Grazie mille e buona lead generation!
Se poi ti serve una mano, io sono pronto
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